Si intitola “Voglio prendermi cura di te. Ragioni ed esperienze a favore della vita” il doppio evento in programma domenica 22 maggio a Mestre (ma anche con lo stesso format sabato 21 maggio a Verona), organizzato dal Movimento per la Vita di Venezia, dedicato ai temi della cultura della vita.
L’evento è promosso dal Patriarcato di Venezia, dalla Città di Venezia, dal Forum Veneto delle Associazioni Familiari, dal Movimento per la Vita e dalla Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma (Apra). La sede dell’appuntamento mestrino è l’Aula Magna dell’Istituto Salesiano San Marco (Via dei Salesiani 15, Mestre), dalle 9 alle 12; a seguire ci sarà la S. Messa presieduta dal vicario generale del Patriarcato don Angelo Pagan.
Quali visioni antropologiche si propongono all’odierna Società per orientare il comportamento dell’uomo nei confronti dell’uomo? Quali prospettive giuridiche consentono la promozione della dignità umana e su quali basi? Perché scelte che appaiono spesso perdenti risultano, in ultima analisi, convenienti? L’appuntamento, rivolto alla cittadinanza, desidera proporsi come momento di riflessione sulle ragioni che muovono la tutela della vita, soprattutto quando essa si presenta più fragile e indifesa.
In programma le relazioni di Stephan Kampowski, ordinario di antropologia filosofica presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II che parlerà sul tema “La tutela della vita quale fondamento di civiltà: visioni antropologiche a confronto”; Carlo Casini, già magistrato e presidente del Movimento per la Vita, con la relazione su “La vita: coscienza, azione e biopolitica”; Sabrina e Carlo Paluzzi, presidente e vice-presidente dell’associazione “La quercia millenaria”, che parleranno su “Amare la vita: la forza della testimonianza”. Modera Elisabetta Bolzan.
I relatori proporranno, ciascuno nel proprio ambito (antropologico, etico-giuridico e assistenziale), una riflessione sul tema della tutela della vita e sulle ragioni che spingono ad assumere con coraggio un nuovo stile di vita che s’esprima poi nel porre a fondamento delle scelte concrete – a livello personale, familiare, sociale e internazionale – la giusta scala di valori: il primato dell’essere sull’avere, della persona sulle cose. Questo rinnovato stile di vita implica anche il passaggio dall’indifferenza all’interessamento per l’altro e dal rifiuto alla sua accoglienza.